lunedì 24 marzo 2014

Mente confusa

Assorto nei miei pensieri ho  scritto la lettera c su un foglio di carta che mi passò per le mani,
mi resi conto che era la prima lettera del tuo nome.

Cercai di disegnare un volto su questo foglio anche se non so disegnare ma una  volta terminato notai con emozione
che  somigliava molto alla realtà.

Giocai con la mia fantasia oramai consumata
nel tempo ma la malinconia prese
il sopravvento notai che una lacrima scendeva
ancora sulla mia guancia.

Ho cercato di dialogare con te
e all'improvviso un vago apparire del
tuo viso si materializzava come un quadro
nella mia mente confusa. 


L.G.

Emozioni adolescenziali

Gli anni verdi della nostra vita!
ricordo della nostra giovinezza.

Correvamo come due gazzelle sui verdi prati dell'adolescenza, due cuori innamorati senza pensieri.

Eri come un ruscello correvi come l'acqua viva di un torrente fresca e pura e  desiderosa da bere.

Mi sedetti sul prato e ti guadai ballare
a piedi nudi nella fresca acqua, eri felice
come una bambina che riceveva il
suo primo dono.

Brilla nella mia memoria questa luce
emozionante della mia adolescenza riflettendo
di tanto in tanto per non dimenticare
il passato che ci riempì d'amore.


L.G.

mercoledì 19 marzo 2014

Spirito di ribellione

Tutto diventa buio nella mia mente
meno il tuo viso raggiante e sorridente
quando mi siedo a meditare
nelle mie notti.

Accarezzo di tanto in tanto sul mio  viso
 i solchi
delle mie rughe
e noto che il tempo passa inesorabilmente  e
gli incubi continuano prevalere  sul mio
spirito di ribellione.

Il flusso dei miei pensieri viaggia alla
velocità della luce quando cerco di
raggiungerti in queste notti oscuri con
la fantasia ormai consumata dal tempo
terminando così cozzando sempre contro
una porta chiusa.




L.G.

lunedì 10 marzo 2014

Quando tutto finirà

Quando il sole sarà stanco, 

quando la luna non mi sorriderà più e il  buio mi avvolgerà con il suo nero mantello..
iIizierà la quiete della morte con tutti i suoi tormenti.

Passerà l'orgoglio passerà la vanità e l'odio e terminerà la missione terrestre che mi fu affidata.

Una nota nostalgica passerà nella mia mente,
il nostro  amore contornato dal profumo
velato di una rosa che ti donai quel giorno
del nostro primo incontro.

Quando sarà buio e precipiterò in questo
abisso senza fine vorrei che la tua immagine
diventasse un soffice paracadute ove io possa
cadere tra le tue braccia.

Quando sarà buio e noi due abbracciati
planeremo dolcemente
insieme nel tuo fantastico mondo atterrando
sul soffice mantello di fiori. 



L.G

Tutto diventa cenere

                   tutto questo diventa cenere

Al margine del bosco sorge un ranuncolo, un fior cappuccio.
Netto il contorno delle foglie d’un verde scuro.
Finemente pieghevole eppur vigoroso l’agile stelo.
I fiori, come tagliati in spessa seta e d’un azzurro così luminoso di turchese, che tutta l’aria all’intorno ne riverbera.
E ora che uno càpiti lì, strappi il fiore e in seguito se ne infastidisca e lo getti nel fuoco… pochi istanti e tutta quella fulgida pompa si riduce a un pizzico di grigia cenere.
Quello però che il fuoco ha fatto qui in brevi istanti, la fa di continuo il tempo a ciò che è vivente: alla felce leggiadra, all’alto verbasco, alla quercia possente.
Lo fa alla leggera farfalla come alla rondine veloce.
All’agile scoiattolo e al grave toro.
È sempre lo stesso destino, sia che si compia rapido oppure lento; può essere una ferita oppure una malattia, il fuoco o la fame o qualcosa d’altro: a un certo momento tutto quel fiorire di vita si riduce a cenere.
La vigorosa figura si risolve in un mucchietto di polvere.
I colori luminosi si spengono in una farina grigiastra.
La vita, tutta fervore e sentimento, si riduce a terra povera e morta; a meno che terra: a cenere! Così succede anche a noi.
Come rabbrividiamo, quando si figge lo sguardo in una tomba aperta e vi si vedono accanto ad alcune ossa pochi pugni di grigia cenere!
Pensaci, uomo;
Sei polvere,
Ed in polvere ritornerai!
Caducità: ecco cosa significa la cenere, la nostra caducità, non quella degli altri,  la nostra; la mia! Essa mi parla del mio trapassare, quando il sacerdote al principio della quaresima, con la cenere dei rami un dì freschi e verdi della trascorsa domenica delle palme, mi disegna sulla fronte una croce.
Tutto diventa cenere. La mia casa, il mio abito, i miei arredi, il mio danaro; campi, prati, boschi. Il cane che mi accompagna, e il bestiame ch’è nella stalla. La mano con cui scrivo, l’occhio che legge, l’intero mio corpo. Le persone che ho amate; le persone che ho odiate; le persone che ho temute. Quello che mi è apparso grande sulla terra, quello che m’è sembrato piccolo, quello che stimai pregevole: tutto cenere, tutto …