mercoledì 3 febbraio 2016

Infermieri

  1. Quando entri qui dentro lo fai in punta di piedi
    ti ritrovi all’inferno ed ancor non ci credi,
    incontri bambini con i loro parenti
    qualcuno ti parla e tu ancor non senti.
    Ci sono i disegni ad ornar le pareti
    ma hai gli occhi velati ed ancor non li vedi.
    Ti senti tradito, sconfitto, umiliato
    vorresti capire per quale peccato,
    invochi il tuo Dio, inizi a pregarlo
    gli chiedi perché non sei tu ad espiarlo.
    E Dio l’ho incontrato vi sembrerà strano
    vestito di verde col bisturi in mano.
    E ancora l’incontro lungo il mio itinerario
    a volte è un dottore, a volte è un primario
    che affronta un nemico vigliacco e sleale
    per un gruppo di eroi sempre pronti a lottare.
    Il diavolo è viscido, codardo e meschino
    per questo ha il coraggio di aggredire un bambino.
    Però in quest’inferno con grande stupore
    C’è chi lo combatte con gesti d’amore,
    vestiti di bianco ti sembran normali
    ma sotto quel camice hanno un paio di ali
    che loro umilmente non fanno notare
    però ve lo giuro: li ho visti volare!
    Che cosa non fanno per questi bambini:
    parametri, flebo.. gonfiar palloncini,
    pazienti e amorevoli in un clima irreale
    la loro presenza qui è fondamentale.
    E lo è soprattutto, nessuno lo ignori,
    per quei disperati di noi genitori.
    Se stai affondando ti riportano a galla
    e quando hai bisogno hanno pronta una spalla
    varcando un confine in più di un’occasione
    tra il loro dovere e la loro missione.
    A turno finito mi chiedo sovente:
    avranno una casa? Vedranno altra gente?
    E di questo inferno per noi così brutto
    gli basta una doccia per toglier via tutto?
    Se fuggi da qui non molto lontano
    si va in purgatorio che è giù al quarto piano.
    La vita riprende il suo ritmo normale
    L’inferno è un ricordo che se affiora fa male,
    ma ciò nonostante sorrido d’incanto
    se penso ai ragazzi col camice bianco.
    Così mi ritrovo puntuale ogni sera,
    chiuso nella mia stanza raccolto in preghiera,
    a rivolgere un sentito grazie al Padreterno
    per aver messo gli angeli dentro all’inferno.
  2.  
  3. SCRITTA DA UN GENITORE PER GLI INFERMIERI DEL REPARTO ONCOLOGICO PEDIATRICO

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