Sgorga dalla profonda gola il canto dolce dell'usignolo, con note soave mi accompagna nella culla dell'amore.
La primavera sorge al cadere di una pioggia lenta, che si posa dolcemente sulle sue soffici piume rigonfi per non
bagnarlo.
Poco più in là un merlo dal becco giallo,
nero come il buio della notte, corteggia
il suo simile.
Io umano dalle membra stanche, poggiato
sul davanzale della finestra, assaporo
l'aria fresca del mattino ricaricandomi
di una nuova energia.
La mia bella ancora dorme, sognando magari
quest’aria per un dolce suo risveglio.
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