mercoledì 6 giugno 2012

Quindici anni.

Sentivo in lontananza il calpestare degli zoccoli, sulla polverosa terra, dei cavalli al galoppo,  l'aria profumata dei campi in fiore, i frutteti dorati, sentivo la terra calda sotto i nudi piedi.

Cantavo l'inno dei miei quindici anni, e della mia spavalda giovinezza, e volavo, volavo verso i miei  sogni futuri con la leggerezza delle mie ali.

Il Mondo, lo sentivo ai miei piedi, il cielo su di me,
fermo nei tempi testimoniavo amorevolmente la mia
pace interiore.

Fuggivo alle violenze accattivanti degli esseri immondi, correndo incontro al mio essere riflesso in uno specchio verso di ciò che io ero.

Iniziavo cosi il cammino della mia vita futura e misteriosa costruendola su una roccia solida ed indistruttibile, verso la meta  in cui oggi mi ritrovo.

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