Sono seduto sulla panchina, guardo il mutare
delle piante, il germoglio dei fiori, il verde prato di
Un giardinetto.
Le urla dei bambini mi destano in continuazione dai miei pensieri,
è primavera, lascio all’improvviso alle mie spalle tutte le malinconie
e risveglio in me il mio essere, un pallone mi invita a calciarlo risvegliando nell'inconscio il mio lato nascosto e tornare bambino.
Urlo. Grido a squarciagola canto, felice della vita che il Signore mi ha donato, l’eco lontano di un tuono e una ventata improvvisa
annunciano un imminente temporale, i fiori secchi del sambuco cadono volteggiando nell’aria.
Ma tutto questo non mi spaventa, mi desto da quella
panchina e mi rotolo sull’erba come un bambino.
Libero, sono libero mi lascio trasportare dal vento, volo sulle sue onde alla ricerca del caldo sole, mi sento attirare dai suoi raggi cercando di abbreviare l'imminente estate.
Mi risiedo di nuovo su quella panchina il vociare dei bimbi culla il mio corpo, come vorrei fermarmi a quell’ora, ma la giornata volge a termine.
Rientro verso casa imprimo sulla memoria quel pomeriggio di
primavera, un sogno che sembrava reale.
Lotta Giuseppe Roberto
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